Dieci prigionieri di coscienza detenuti nella sezione 350 del
carcere di Evin sono stati trasferiti in cella d’isolamento il 28
aprile. Il motivo del provvedimento, stando a quanto riporta il sito Kalemeh
sarebbero le proteste nate quando le autorità
carcerarie hanno intimato ai prigionieri di togliere a Saeed Madani il
ruolo di rappresentante dei prigionieri politici della sezione 350.
I nomi dei 10 in questione: Saeed Madani, Abdollah Momeni, Khosro
Delirsani, Abolfazl Abedini, Siamak Ghaderi, Mohammad Hassan Yousefpour,
Saeed Abedini, Kamran Ayazi, Mohammad Ebrahimi e Pourya Ebrahimi.
Contro la richiesta delle autorità i prigionieri della sezione 350
sono insorti pacificamente cantando e urlando slogan nell’area comune
della prigione. Quando hanno cominciato a gridare “Margh bar diktator”
(“Morte al dittatore”) le guardie sono state inviate nella sezione. In
seguito al trasferimento in isolamento, ai 10 prigionieri politici è
stato anche vietato di ricevere visite. Altri 35 prigionieri di
coscienza della sezione 350, per solidarietà con loro, hanno annunciato
di rinunciare a loro volta al diritto alle visite. I 10 in isolamento
hanno fatto sapere che, se la misura restrittiva nei loro confronti
persisterà, lanceranno uno sciopero della fame.
Il motivo che ha spinto il vice-capo guardiano di Evin a chiedere ai
detenuti di rinunciare a essere rappresentati da Saeed Madani è da
ricercare nelle proteste che quest’ultimo ha presentato contro il
trattamento riservato ai detenuti politici nella sezione 350, contro le
condizioni dell’emporio del carcere e contro le irregolarità nella sua
gestione finanziaria, e nella sua richiesta di licenziamento di una
guardia che aveva ripetutamente insultato i familiari dei prigionieri
durante gli orari di visita.
Saeed Madani, 75 anni, attivista politico e membro del Fronte
Nazionalista-religioso (“Melli Mazhabi”), ricercatore e sociologo, è
stato arrestato il 2 gennaio 2012.
Fonti: Radio Zamaneh e blog di Persianbanoo
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