martedì 4 giugno 2013

Il 9 giugno a Roma Sahar Delijani, autrice de “L’albero dei fiori viola”, è ospite di IHR Italia


Sahar Delijani
A pochi giorni dalle elezioni presidenziali in Iran, in programma il prossimo 14 giugno, l’associazione Iran Human Rights Italia Onlus in collaborazione con la libreria Tra le righe organizza l’evento “Libertà, diritti e democrazia nella Repubblica Islamica dell’Iran.”
Nel corso della serata Cristina Annunziata, vicepresidente di IHR Italia, intervisterà Sahar Delijani, autrice del libro L’albero dei fiori viola, suo primo romanzo, pubblicato in Italia da Rizzoli e uscito contemporaneamente in circa altri trenta paesi (ma la pubblicazione è in programma anche in altri 40). Il libro racconta un trentennio di storia iraniana, dagli anni successivi alla Rivoluzione del 1979 fino ai nostri, attraverso le vicende di varie famiglie separate dalla violenza e dal dolore, ma accomunate dalla speranza, dall’amore e dalla lotta per la libertà.
Sahar Delijani è nata 30 anni fa nel carcere di Evin a Teheran, dove i suoi genitori erano reclusi a causa della loro opposizione al regime islamico. E il suo romanzo comincia proprio in una cella di Evin, lo stesso carcere dove, attualmente, sono detenuti decine di prigionieri di coscienza.
La serata sarà quindi un’occasione per portare all’attenzione della stampa e dell’opinione pubblica italiana le violazioni ai diritti umani commesse dal regime iraniano ai danni di operatori dell’informazione, dissidenti, sindacalisti indipendenti, esponenti di minoranze etniche e religiose, attivisti del movimento studentesco, avvocati. Violazioni che avvengono sin dalla nascita della Repubblica Islamica e intensificatesi negli anni che sono seguiti alle contestate elezioni presidenziali del giugno 2009. Alla vigilia delle nuove elezioni, in un paese fiaccato da una gravissima crisi economica causata soprattutto dalle sanzioni internazionali, il regime continua ad imbavagliare la stampa, ad eseguire ogni mese decine di sentenze capitali, a praticare in modo sistematico la tortura nelle carceri, ad intimidire con arresti arbitrari quei settori della società civile che chiedono un cambiamento. Tutto questo mentre, nel mondo, l’Iran fa notizia solo per quanto riguarda lo sviluppo del suo programma nucleare.
Far uscire dal cono d’ombra mediatico le vittime della repressione del regime è il solo modo per stare vicini a quanti, in Iran, continuano ogni giorno, pagando un prezzo altissimo, a lottare per la libertà e la democrazia.

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